Pubblicato il caso di studio realizzato nell’ambito del progetto Decent Work for All! La ricerca analizza sei aree geografiche e sei differenti storie di migrazione per lavoro :
- Repubblica Ceca. L’alto costo delle agenzie per l’impiego per migranti vietnamiti
- Italia. Condizioni migliori ma nessuna possibilità di carriera per i lavoratori domestici filippini
- Spagna. Lunghi orari e solitudine per i lavoratori andini nel settore agricolo
- Asia sud-orientale. La migrazione istituzionalizzata nelle Filippine
- Africa Occidentale. Perdere personale medico valido dal Mali e dal Senegal
- Paesi andini. Sacrificare la vita familiare per guadagnarsi da vivere in Europa
In ogni caso preso in esame ai lavoratori migranti è stato chiesto delle loro condizioni di vita e lavoro sia nel paese d’origine che in quello di destinazione, di cosa li ha portati a scegliere di lasciare la propria patria e dell’attrazione verso il paese ospite. È stato anche domandato di descrivere il contributo dato sia al paese d’origine che a quello di destinazione, non solo finanziariamente ma anche in termini di sviluppo e se la realtà ha soddisfatto le attese. Ogni ricerca analizza i diritti dei lavoratori migranti, in particolare, dal punto di vista del lavoro dignitoso, e comprende la situazione dei migranti regolari e la vulnerabilità dei migranti irregolari.
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La prefazione del Segretario Generale di Solidar Conny Reuter:
È ampiamente riconosciuto che la mancanza di condizioni di vita e lavoro dignitose è una delle principali ragioni che spingono le persone dei paesi in via di sviluppo a lasciare le proprie terre d’origine. In effetti, il 90% dei migranti – stimati dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro in 214 milioni nel 2010 – è rappresentato da lavoratori e dalle loro famiglie.
Ripercorrendo la storia della rete SOLIDAR, la nostra missione è sempre stata quella di organizzare la solidarietà per le persone espatriate, per i rifugiati politici e per i migranti. I nostri membri, per esempio, hanno aiutato i rifugiati della guerra civile spagnola, dato vita a programmi di ricollocamento dopo la II Guerra Mondiale e offerto “Aiuto all’Ungheria” nel 1956. Fin dagli anni Sessanta ci siamo andati concentrando sempre di più sulla cooperazione internazionale, sugli aiuti allo sviluppo e sulla migrazione, oltre che sull’integrazione dei migranti in Europa.
In ogni luogo del mondo, i lavoratori hanno bisogno di un impiego retribuito a sufficienza per provvedere a se stessi e alle proprie famiglie, un’occupazione che un orario di lavoro dignitoso e ferie pagate, che permetta di aderire a un sindacato che difenda le loro tutele, in cui siano protetti dal diritto del lavoro individuale e collettivo. In breve, essi hanno bisogno di un lavoro dignitoso. Quest’ultimo è una realtà per molti cittadini dell’Unione Europea, ma non per la maggior parte dei migranti non europei che vivono e lavorano nell’Unione.
Preoccupa profondamente il crescente sentimento anti-immigrati che attraversa l’Europa. La crisi ha contributo a esacerbare questo dibattito e una retorica che stigmatizza gli immigrati e produce politiche dell’immigrazione ancora più restrittive. Considerando che la nostra popolazione sta diminuendo, è anche nell’interesse europeo riconoscere che abbiamo bisogno della migrazione per la nostra stessa prosperità di lungo termine.
Con il progetto “Decent Work for All! Making Migration Work for Development”, SOLIDAR e i suoi partner stanno lavorando per dimostrare che il lavoro dignitoso è una necessità per tutti i lavoratori ovunque essi vivano.
Con questo fascicolo, vi invitiamo a conoscere, attraverso le testimonianze dirette dei migranti, le loro ragioni alla ricerca di un impiego all’estero e la realtà di un lavoro dignitoso in Europa e nei paesi di provenienza.
I sei case studies illustrati in questo libretto sono stati condotti da organizzazioni che fanno parte di SOLIDAR, Global Network partners LEARN (Filippine) e PLADES (Perù) come pure Badara Ndiaye (Senegal) e l’Association Malienne des
Expulsés (Mali) nel corso dell’estate–autunno 2010. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare tutti coloro che vi hanno contribuito.
Aderite alla nostra lotta per rendere il lavoro dignitoso una realtà per tutti e perché le politiche europee rispettino i diritti dei migranti!