Le donne del villaggio Harkhgi Na Nuara – India, distretto di Gandhinagar

Posted on 08 giugno 2010 by Amministratore

(di Giovanna Gaiba, Capoprogetto India-MAE)

4 giugno 2010 Training sulla struttura di SEWA
Villaggio: Harkhgi Na Nuara (distretto di Gandhinagar)
Staff di SEWA: l’Assistente incaricata alla sezione training; la Senior trainer; l’Incaricata per il distretto di Gandhinagar

Partiamo alla volta di Harkhgi Na Nura verso le 10.30 da Ahmedabad, prendendo la strada per porta a Gandhinagar (capitale dello stato del Gujarat). Durante il viaggio qualche goccia d’acqua rinfresca l’aria rovente e annuncia finalmente la stagione delle piogge ormai alle porte.

Il villaggio ci saluta con una festa organizzata per un matrimonio. Nonostante l’evento (che coinvolge solitamente tutto il villaggio) la partecipazione al corso è notevole (40 più o meno le donne presenti).

Nello specifico, il corso di due giorni è organizzato da SEWA per le donne appena iscritte al sindacato. E’ un training di orientamento, attraverso il quale le affiliate entrano in contatto con l’organizzazione, conoscendone le origini, i servizi, la presenza a livello locale, statale, nazionale e internazionale e iniziano a comprendere quanto sia importante il proprio ruolo nel ciclo economico.

Prima che il corso abbia luogo c’è tutta una serie di attività che vengono svolte per poter convincere le donne a partecipare. In India in generale, ma soprattutto nei contesti rurali e negli slum la donna è ancora considerata in relazione al suo essere in funzione degli altri membri della famiglia (prima figlia di, poi moglie e madre di, ecc.) tant’è che difficilmente ricorda il proprio nome.

Nel contesto rurale, la donna (senza distinzione d’età) ha difficoltà a parlare e in presenza di uomini (anche appartenenti alla propria famiglia) solitamente si copre il viso. Per questo motivo il posto dove solitamente viene condotto il corso è un luogo pubblico (il tempio, dove solitamente le donne vanno la mattina a pregare prima di iniziare a lavorare). Qui le donne si radunano e parlano apertamente dei loro problemi.

Solitamente la responsabile di area comincia sei mesi prima a visitare il villaggio, a farsi conoscere e piano piano – conquistandosi la fiducia delle donne – a convincerle a partecipare. Il corso viene condotto da due persone dello staff di SEWA: una responsabile e l’altra che prende nota dei particolari e dettagli, importanti ai fini della valutazione ed analisi del training, delle partecipanti e di tutto quello che permette a SEWA di mantenere quel contatto costante con le proprie iscritte e di rispondere alle loro istanze.

Le partecipanti sono in genere selezionate in base all’età. L’obiettivo del training è anche quello di far maturare nelle partecipanti la consapevolezza che con il proprio lavoro contribuiscono a pieno titolo alle entrate familiari. Loro stesse, durante la presentazione che sono tenute a fare, una volta iniziato il training, hanno difficoltà a capire che aiutare il marito nella coltivazione dei campi come nell’allevamento del bestiame rappresenta un’attività lavorativa alla stregua di quella svolta dal marito come da qualsiasi altro uomo che lavora la terra o si prende cura degli animali. Nella seconda giornata, attraverso la visione di un video, le donne apprendono le modalità di associazione e come e quanto contribuiscono con il proprio lavoro all’economia familiare e locale.

Ritornando, condivido con Grupati le mie impressioni. Nonostante la lingua, sono riuscita a carpire alcune cose. Il linguaggio fra donne sembra a miei occhi modularsi su reazioni facilmente riconoscibili. Ogni donna presente al corso porta con sé una storia fatta di sacrificio e duro lavoro. La sfida di SEWA, qui come altrove, è quella di educare le donne ai diritti basilari… anche quello di identità: di essere chiamate per nome!